Intorno alla fine dell’XI secolo si inseriva, a poca distanza dal Castello, un’altra importante realtà nel territorio rivaltese. Il primo insediamento monastico, dipendente, a partire dal 1097, da S. Lorenzo di Oulx, nasce all’esterno del castrum, in quella ”area di strada” contraddistinta dal passaggio di una variante della via Francigena, venendo ben presto a costituire un importante polo di potere religioso.
Affidato dapprima ai canonici di S. Agostino e, dal 1254, ai cistercensi, il Monastero conoscerà il suo massimo splendore tra XII e XIV secolo. Sopravviverà, tra alterne vicende, fino al 1792, data della soppressione, che precede di poco la demolizione della chiesa abbaziale, avvenuta nel 1813. Il complesso monastico, organizzato intorno al chiostro, luogo di lettura e di vita comune, era dotato di spazi residenziali e di servizio alle attività dei monaci.
Recenti scavi archeologici hanno messo in luce i resti della prima chiesa canonicale, risalenti almeno all’XI secolo e oggi visibili, protetti da pavimentazione vetrata, all’interno della cappella ottocentesca. La struttura di XI secolo appare tuttavia già il frutto dell’ampliamento di una prima chiesa, anteriore al X secolo, preziosa testimonianza di una presenza religiosa precedente la costituzione del Monastero stesso.
Un nuovo e più imponente edificio, il cui sviluppo planimetrico è riproposto nell’area archeologica esterna, fu costruito nel corso del XII secolo. La nuova chiesa, a tre navate absidate precedute da un nartece, era realizzata in mattoni, con l’utilizzo di blocchi in pietra verde valsusina alla base dei pilastri e agli angoli. Alla Valle di Susa e, più precisamente, alla sacra di S. Michele e all’atelier di Nicolò, cui si deve il Portale dello Zodiaco, riporta anche l’impronta stilistica dei quattro pregevoli capitelli qui rinvenuti e acquistati dal Museo Civico d’Arte Antica di Torino nel 1932.
Successive riplasmazioni investirono tutto il complesso in età barocca e trovano riscontro nell’imponente facciata della manica meridionale, di chiara ispirazione juvarriana. Facevano parte dell’aggregato abbaziale la cascina della Commenda e il Mulino, affacciati sull’attuale piazza, nonché il grande parco, ricco di alberi secolari e pregevoli essenze.